PremessaIl mio giorno è iniziato il 22 luglio alle 9 circa a Pisa e finirà il 23 luglio alle 22,35 in un albergo di Tokyo, il post è scritto da quello stato di coma che mi ha accompagnato per tutto il viaggio e nella mia prima giornata a Tokyo.
Altra PremessaIl mio cellulare da qui non prende e non ha nessuna utilità. Cercherò una soluzione domani.
Pisa - RomaIl primo viaggio è partito male, con 30 minuti di ritardo che, dovendo passare da Fiumicino può significare che la tua valigià verrà recapitata in Alaska. A meno che tu non vada in Alaska. L'aereo era un aquilone modello ATR-72 construito dai famosi maestri di origami di Alitalia. Durante il decollo ho pensato varie volte "non vedo l'ora di essere sul Boeing 777, almeno non rischia di schiantarsi ad ogni cenno di Eolo (nano)".
Eppure il viaggio è stato piacevole. Era la prima volta che viaggiavo verso il sud in aereo, forse, o così basso sul mare. Potevo vedere il fondale dal finestrino dell'aereo e il cielo era meraviglioso.
A Roma il nostro colibrì si è lanciato sulla pista ad una velocità folle, prendendo le curve con molta disinvoltura. Ci hanno assicurato che nessuno aveva perso la coincidenza e ci hanno sbarcati.
Era la prima volta che passavo a Fiumicino e poco dopo essere stato a Malpensa quindi non posso che dire: Malpensa fa cagare, Fiumicino è un vero aeroporto internazionale, di quelli per gente che non considera andare in svizzera un volo intercontinentale.
Sarà anche congestionato e intasato, ma il controllo passaporti mi ha richiesto meno che quello della carta di identità a Londra. Allargate questo invece di buttare soldi in quel cesso da cui parte solo EasyJet.
Partenza per Tokyo!L'aereo è pieno di giapponesi, mi sento già all'estero. Saliamo, decolliamo ed ho la brutta notizia: anche il Boeing 777 è soggetto ad ogni brezza. Oppure faceva molto vento.
Il viaggio è lunghissimo ma, altra sorpresa, il pilota ci comunica che arriveremo in anticipo di 15 minuti grazie ai venti a favore (circa 300 km/h in quota: forse è per questo che ballavamo un po').
In volo ho mangiato un pasto "italiano" (in aereo preferisco mangiare il cibo del posto da cui parto: mi mancherà di meno). e bevuto alcuni bicchieri di vino, che ora sento davvero tutti.
Ho guardato un film con Kevin Spacey, "21". La trama era scontata da morire, ma almeno non cercava di tenerti sulle spine. Noioso e felice di esserlo. Avrei guardato anche "Jumper" probabile film spazzatura su un ragazzo che impara il segreto del teletrasporto, ma il mio schermo ha deciso per il mio bene di no. Ho invece potuto godere di un film giapponese su un giovane e squattrinato scrittore che ambisce di vincere un premio prestigioso, mentre il suo villaggio si stringe intorno a lui per aiutarlo in questa difficile impresa.
Un po' di studio sul Cardy, leggo qualche articolo sul computer. Non sono riuscito a dormire molto, comunque. Forse non dovevo bere così tanto caffè oltre al vino...
Arrivo a Tokyo!!Il Giappone è già bello dall'aereo. è pieno di verde e mi ricorda le pinete che ho visto tra pisa e roma, ma là c'era il tirreno, qui l'oceano.
Narita è impressionante. Abbiamo passato 20 minuti circa sulla pista per andare al gate di uscita dopo l'atterraggio. La cosa
veramente impressionante, però, è che c'è un sacco di gente che sta in attesa di trovare qualcuno da aiutare. Tantissima gente, e sono molto utili. Non è neanche un lavoro faticosissimo, infatti lo facevano per lo più persone anziane. Forse lavorare meno lavorare tutti non è un sogno, qui. Non è una valutazione eccessiva: sentite cosa succede all'ufficio controllo passaporti.
La fila è il almeno tre volte quella di Roma, in più qui non si limitano a dirti "passa". Devono prenderti le impronte digitali e una foto (novità degli ultimi due anni, mi dicono). Dovrei prepararmi al peggio, ma non è così. Infatti dei 15 sportelli adibiti al controllo passaporti, quanti credete che fossero aperti? Esatto. Aggiungete anche due persone col solo compito di indicare al primo della fila a quale sportello andare e vi verrà da piangere. Gli impiegati allo sportello non avevano nemmeno l'aria di chi va di fretta.
Come si paga lo stipendio a tutte queste persone? Rispondere a questa domanda non deve essere banale, ma azzardo che se la gente fa più in fretta a passare dal controllo passaporti ha più tempo per produrre spendere etc. etc. Magari non in maniera così diretta, ma più o meno...
Prima disavventuraRecupero la valigia (anzi, la valigia recupera me grazie ad un addetto, visto che mi ero attardato a scrivere la denuncia per la dogana). Esco e vado in bagno. Uno dei bagni ha davanti una luce rossa lampeggiante che indica qualcosa di poco buono, quindi mi avvicino, ha la spia che dice libero e apro (tutto elettronico, ovvio). Dentro c'è un vecchio, mi scuso, mi sposto e aspetto. Poco dopo esce ed entro io. Appena ho chiuso qualcuno bussa (ma non era elettrico?). Ancora. Apro.
E' un poliziotto. Stupito di trovare me, si consulta per cinque minuti in giapponese alla radio e poi mi spiega candidamente che il pusante rosso con scritto EMERGENCY vicino al cesso non serve a tirare l'acqua.
Non gli ho spiegato che probabilmente lo aveva premuto il vecchio giapponese prima di me. Gli sarà sembrato naturale che essendo straniero non sapessi quale bottone premere per tirare l'acqua e quale per far arrivare la polizia a soccorrermi. Sono a casa loro, possono credere quello che vogliono.
In ogni caso, per la cronaca, i pulsanti di emergenza erano almeno due in quel bagno. Il Giappone non dovrebbe nemmeno essere sullo stesso pianeta dell'Italia.
Primo giorno a TokyoHo seguendo le istruzioni di Yuasa, il professore che mi ha chiamato qui, ho preso il treno Narita Express per Shinjuku. Circa 3300 Yen per 80 minuti, vale a dire circa 20 €. Il treno li vale, comunque: puntuale, pulito e le porte si fermano dove ci sono i segni per terra.
Qui ho trovato Yuasa ad aspettarmi. Mi ha accompagnato all'albergo. Giustamente, ho dovuto pagare io l'albergo, per poi farmelo rimborsare poco dopo da lui!
Nella metro ho preso una carta prepagata dalla quale mi scalano i soldi ad ogni viaggio, quando la appoggio vicino all'ingresso della metro. Un po' come la Oyster card a Londra, ma Yuasa mi ha detto che serve un po' a tutto. Se c'è altro vi terrò informati.
Mi ha accompagnato in stanza dove mi ha consegnato i soldi per il soggiorno. Una
caterva di soldi. Che mi ha fatto contare per intero prima di lasciarmi firmare la ricevuta.
Ha osservato che la stanza è molto piccola ma per fortuna si è liberato un posto alla guest house quindi mi trasferirò là venerdì 25 per tutto il resto del soggiorno. In generale tutti i professori sono stati concordi nel considerarmi fortunato a poter alloggiare alla STEP21 (la guest house appunto) tanto più d'estate. Vedremo.
Di certo la stanza è molto ben accessoriata, incluso cavo di rete per connettersi a internet, come sto facendo ora.
Abbiamo mangiato in un self service molto economico per un totale di meno di 1000 Yen. circa 6 € se il mio cervello non è a dormire. Una zuppa, una strana sogliola, che yuasa ha cercato di descrivermi, del maiale con patate cipolle e carote e una ciotola di riso. Ovviamente non c'erano posate, ma me la sono cavata egregiamente, come ha notato anche lui.
Poi una gita alla Waseda University. Il campus in cui lavorerò è quello di scienze, separato da tutti gli altri. L'ufficio è al settimo piano di una grossa torre blu. Abbiamo fatto un giro per trovare altri professori ma senza frutto. Invece ho preso dell'acqua, perchè il caldo diventava terribile. Nonn mi stupisce che considerino l'autunno la stagione migliore... Mi ha detto che c'erano sui 35/37 gradi fuori.
Altro pianeta: per legge è proibito portare i condizionatori sotto i 29 gradi per non sprecare energia!
Ho avuto un gran bisogno di caffè e l'ho preso. Ha fatto il suo effetto. Più tardi mi ha accompagnato a Shinjuku centro (io sono a shinjuku est), uno dei quartieri più commerciali, da vera Tokyo. Non ho avuto la forza per fare foto, ma anche se fosse non avevo la macchina, che avevo lasciato in albergo. Abbiamo trovato un adattatore per le prese di corrente e via. En passant, gli oggetti tecnologici non costano di meno qui, anzi. Gli oggetti importati sì. Questo include tutti i prodotti Apple, il cui prezzo qui è legato al dollaro, mentre in europa è più o meno lo stesso ma in euro.
Mi ha portato in un ristorante al banco, dove mi ha offerto una cena a base di tempura (fritto di ogni tipo) e sake. Il cibo era buonissimo e non oso nemmeno pensare quanto deve aver speso. Sono tornato in albergo, mi sono preparato, ho scritto un posto sul blog e mi sono messo il pigiama dell'albergo, che assomiglia motlo ad una tonaca per monaci, quindi mi è sembrato appropriato assumere una posa adeguata mentre mi fotografavo. Probabilmente il sakè non è estraneo a tutto questo.
Buonanotte a tutti